lunedì 26 dicembre 2011

Il carcere non è un albergo

Lettere al direttore (Gazzetta di Parma 24.12.11)

Il carcere non è un albergo

Spettabile direttore, in data 14-12-11 ho letto sulla Gazzetta di Parma un articolo relativo a certe situazioni che si verificano all’interno del carcere di Parma. Sono molto perplessa sul fatto che sia stato dedicato un intero articolo ad una delicata questione, basandosi solo su quanto riportato in una lettera anonima inviata da un detenuto al vostro spettabile giornale. Magari questo detenuto potrebbe essere un condannato per omicidio, oppure per associazione a delinquere, oppure per pedofilia, oppure violenza e stupro, oppure per furto, spaccio di droga o quant’altro….Una persona detenuta degna in ogni caso di rispetto umano, ma sicuramente poco credibile sul piano sociale. Personalmente mi rifiuto di credere a quanto riportato nella lettera, convinto che contenga molte bugie per screditare la società che lo ha condannato. Forse questo detenuto doveva pensarci prima di commettere il reato che il carcere non è un albergo a te stelle. Penso alle centinaia di extracomunitari, che senza fissa dimora, nella clandestinità, delinquono nella nostra città, e tanti adesso sono “condannati” ad avere una dimora confortevole e tre pasti caldi garantiti.

Mi risulta che la vita dei detenuti in carcere sia per certi aspetti privilegiata anche più dei normali ed onesti cittadini del popolo italiano. Ho potuto più volte ascoltare testimonianze di persone che hanno lavorato oppure addirittura che hanno scontato delle pene brevi, che a Parma ci sono celle a due posti con bagno annesso, televisione, giornali, ore d’aria, campo da calcio, medici e paramedici, disponibili 24 ore su 24 ore, cure sanitarie di ogni tipo, specialisti a loro disposizione per ogni tipo di disturbo fisico…tutto gratuitamente! Ma quanto costano allo stato italiano??? Forse Monti dovrebbe chiedere qualche sacrificio anche a loro.

Sono rimasta scandalizzata quando pochi giorni fa ho letto sui quotidiani che un detenuto si rifiutava di andare presso il Tribunale di Milano perché i bagni della struttura non erano di suo gradimento. E poi un altro detenuto protestava perchè il carcere non gli forniva i giornali pornografici. Basta! Forse bisognerebbe fare tutti un passo indietro, ed istaurare una vera coercizione come nelle carceri islamiche, dove chi sbaglia paga e tace! Qui in Italia, in nome della democrazia oramai i delinquenti sono trattati come brave persone, ed i cittadini onesti sono calpestati dai fuorilegge (penso a tutti coloro che hanno subito scippi, stupri, violenze, furti, ecc.). Forse per il futuro sarà meglio dare più ascolto ai bravi cittadini del popolo italiano e meno voce ai detenuti pretenziosi.

Lettera firmata

Parma, 15 dicembre

1 commento:

  1. Evidentemente lo scrittore della letteraè non sa nulla di cosa sia il carcere e si è "informata" sul sentito dire Posso solo augurarle di passarci almeno qualche mese e , forse , capirà qualcosa ...

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